Josep Borrell, l’alto rappresentante dell’Unione Europea per la politica estera, ha espresso riserve sulla linea adottata da Ursula von der Leyen riguardo alla situazione a Gaza, mettendo in luce una profonda frattura all’interno delle istituzioni europee. Borrell ha sottolineato l’importanza della diplomazia e ha rifiutato la via bellica, evidenziando come il problema Hamas rimanga irrisolto nonostante le cinque guerre a Gaza. Ha anche messo in evidenza l’importanza di proteggere i civili, in particolare i bambini, sottolineando che la pace non può essere ottenuta infliggendo sofferenza.
Di contro, von der Leyen ha sottolineato l’importanza di sostenere le democrazie, tra cui Israele e gli Stati Uniti, nel loro sforzo contro chi minaccia la libertà. Ha anche paragonato la situazione in Ucraina, dove combattono contro l’aggressione russa, a quella di Israele, definendo l’attacco subito da quest’ultimo come il peggiore nella sua storia.
Le tensioni tra Borrell e von der Leyen si sono accentuate dopo l’intervento di quest’ultima all’Hudson Institute, considerato da molti come un’ingerenza nelle competenze dell’Alto rappresentante e del Consiglio. Questa frattura ha provocato malcontento tra i funzionari e nel Parlamento Europeo. La portavoce della Commissione, Arianna Podestà, ha difeso la posizione di von der Leyen, sottolineando la differenza tra Hamas e il popolo palestinese e ribadendo il sostegno dell’UE ad Israele nel suo diritto di difendersi, pur nel rispetto del diritto umanitario internazionale.
Le posizioni divergenti tra Josep Borrell e Ursula von der Leyen hanno suscitato dibattiti non solo all’interno delle istituzioni europee, ma anche tra gli stati membri dell’Unione. Questa spaccatura rappresenta l’eterna lotta tra la necessità di sostenere gli alleati strategici e il desiderio di promuovere i valori fondamentali dell’UE, come i diritti umani e la diplomazia.
Molti osservatori hanno evidenziato come, in un momento in cui l’Europa cerca di affermare il proprio ruolo sulla scena mondiale, le divisioni interne possono indebolire la sua posizione e la sua capacità di agire come mediatore. La questione palestinese è da tempo un punto dolente nelle relazioni internazionali e l’UE, con la sua storia e la sua vicinanza geografica al Medio Oriente, ha sempre cercato di giocare un ruolo attivo nella ricerca della pace.
Tuttavia, il cammino è tortuoso e pieno di ostacoli. Le dichiarazioni contrastanti dei due alti funzionari europei mostrano quanto sia complesso e delicato l’equilibrio che l’Unione cerca di mantenere, tra le esigenze della realpolitik e la difesa dei principi fondamentali.
Le tensioni tra Borrell e von der Leyen hanno suscitato preoccupazione tra i leader europei, che cercano di trovare un terreno comune per affrontare le sfide globali. Molti ritengono che la coesione interna dell’UE sia fondamentale per il suo successo nella politica estera.
Tuttavia, il dibattito in corso riflette anche la complessità delle questioni internazionali e la necessità di equilibrare gli interessi nazionali con quelli comuni. In ultima analisi, l’Unione Europea si trova di fronte a una difficile sfida nel cercare di promuovere la pace e la stabilità nel mondo, mentre cerca di risolvere le divisioni interne.